Martedì la Lituania ha scoraggiato i consumatori dall’utilizzare dispositivi mobili cinesi, poiché sono dotati di funzionalità di censura integrate che minano la libertà di parola e la sicurezza dei dati personali.
Questo dopo un rapporto del governo datato 21 settembre, che mostra come i telefoni di punta venduti in Europa dal produttore di telefoni cinese Xiaomi hanno meccanismi integrati e controllati a distanza per rilevare e bloccare i termini sensibili senza il permesso dell’utente.
L’indagine, condotta dal Centro Nazionale per la Sicurezza Informatica (Cnsi), ha preso di mira gli smartphone 5G fabbricati in Cina, forniti localmente dal 2020. Tra i produttori selezionati figurano il colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei e il secondo produttore cinese di cellulari Xiaomi.
Gli investigatori hanno identificato un elenco di 449 espressioni cinesi da un dispositivo Xiaomi, che potrebbero essere censurate dal suo browser Internet predefinito, tra cui «Tibet libero», «Viva l’indipendenza di Taiwan» e «movimento democratico».
Inoltre, l’elenco delle parole chiave è stato aggiornato periodicamente, ha affermato il Centro Nazionale per la Sicurezza Informatica (Cnsi).
In aggiunta, secondo il rapporto, un dispositivo Xiaomi stava trasferendo dati crittografati a un server a Singapore. Una falla di sicurezza è stata trovata anche in un telefono Huawei 5G.
Nel presentare il rapporto ai giornalisti, il viceministro della Difesa Margiris Abukevicius ha raccomandato ai consumatori di non acquistare nuovi telefoni cinesi e di non usare quelli già acquistati: «Questo è importante non solo per la Lituania, ma per tutti i Paesi che utilizzano apparecchiature Xiaomi», ha affermato il Cnsi nel rapporto.
Contattata da Epoch Times, Xiaomi non ha risposto a una richiesta di commento.
Articolo in inglese: Throw Away Chinese Smartphones Over Security, Censorship Concerns, Lithuania Says
