Zhang Hai, un nativo di Wuhan che vive a Shenzhen, è stato recentemente minacciato dalla polizia del Pcc. Questo perché ritiene le autorità del Partito Comunista Cinese (Pcc) responsabili della morte di suo padre, durante l’iniziale epidemia di Covid-19,
A fine ottobre Zhang ha raccontato a Epoch Times: «La polizia è venuta a casa mia dopo le 22:00 di ieri sera segnalandomi che avevo fatto commenti inappropriati su Twitter e WeChat. Ma non hanno detto specificamente cosa ci fosse di inappropriato».
I post di Zhang su WeChat e Twitter riguardavano principalmente la pandemia di Covid-19.
«Questo incidente mi fa sentire che sanno di essere colpevoli di aver nascosto l’epidemia iniziale a Wuhan e sono molto sensibili al riguardo. Altrimenti, perché la polizia dovrebbe venire alla mia porta di notte?».

Zhang e suo padre vivevano a Shenzhen all’inizio della pandemia. Ma il 1° febbraio 2020, poiché non erano a conoscenza dell’epidemia a Wuhan, Zhang ha portato suo padre proprio a Wuhan per farlo curare. Di conseguenza, suo padre ha contratto il Covid-19 in un ospedale, morendo poco dopo.
Successivamente, Zhang ha intentato una causa presso il tribunale distrettuale di Wuhan per chiedere un risarcimento al governo locale e all’ospedale. Negli ultimi due anni, ha insistito nel far assumere alle autorità la responsabilità della morte di suo padre e ha continuato a esprimere le sue opinioni sulla pandemia.
Zhang ha detto: «Hanno nascosto il virus e danneggiato le persone. Ho citato in giudizio il governo locale ma il tribunale non ha accettato il caso. Hanno ucciso mio padre. Ho detto alla polizia [a Shenzhen, ndr]: “Puoi avvisare Wuhan e mandare qualcuno a riprendermi”. Mi han risposto: “Tu vivi nella nostra giurisdizione. Se fai commenti inappropriati, verremo da te”».
Zhang ha chiesto alla polizia: «Quali commenti inappropriati ho fatto? Il governo locale ha commesso reati e violato la legge. Non posso parlare? Non posso denunciarli?».
Il Covid-19 è apparso a Wuhan alla fine del 2019. Poiché le autorità del Pcc avevano deciso di nascondere l’epidemia, hanno arrestato i medici in prima linea che avevano un contatto diretto con il virus e che ne erano a conoscenza e che quindi stavano parlando con il mondo esterno. In seguito, le autorità hanno falsamente affermato che il l’epidemia fosse controllabile e non potesse essere trasmessa da persona a persona; l’epidemia ha dunque avuto l’opportunità di diffondersi in tutta la Cina e, infine, nel mondo.
Rifiutarsi di essere zittiti
All’inizio della pandemia, molti familiari dei defunti a Wuhan si sono fatti avanti per difendere i propri diritti, proprio come Zhang Hai. Ma nel tempo sono diventati silenziosi a causa della repressione da parte del Pcc. Nonostante le enormi pressioni e persino minacce di morte, Zhang ha insistito nel dare la colpa alle autorità e chiedere un risarcimento insieme alle famiglie di altre vittime.
Zhang ha riferito a Epoch Times: «Sono passati quasi tre anni dallo scoppio del Covid-19. Credo sempre che se l’epidemia non fosse stata nascosta all’inizio, ma annunciata in tempo e le azioni fossero state intraprese in modo tempestivo, il popolo cinese e del mondo non ne sarebbero danneggiati […] Ad oggi, la Cina (il Pcc) sta ancora usando la pandemia per capovolgere la vita delle persone».
«Il fatto che la polizia sia venuta a casa mia e abbia menzionato i miei post su WeChat, indica che hanno monitorato le mie attività e non c’è fine. Quindi penso sempre che anche se sto zitto, non mi lasceranno comunque solo. Ma non c’è modo che mi arrenda».
«Dallo scoppio del virus a Wuhan ad oggi, come testimone, si può dire che sono l’unico che osa parlare in Cina. Se non parlo di nuovo, questa faccenda sarà davvero dimenticata e la passerebbero davvero liscia per aver creato il virus e causato l’epidemia. Quindi, possono andare in giro e incolpare gli altri per questo».
Wang Jie (pseudonimo di uno scrittore online) ha detto a Epoch Times che ci sono così poche altre persone come Zhang Hai che continuano a parlare per i loro parenti che sono stati uccisi nella pandemia.
Wang ha sottolineato: «Se tutte le famiglie delle vittime del Covid-19 si facessero avanti e parlassero, il Pcc sarebbe spaventato e scoraggiato. Se il governo non sarà portato ad assumersi le sue responsabilità, cose del genere continueranno ad accadere e le sofferenze del popolo cinese non vedranno mai fine».
Wang spera che il popolo cinese e i governi di tutto il mondo non rinuncino ai loro sforzi per far assumere al Pcc le sue responsabilità, allo scopo di salvaguardare la sicurezza dell’umanità.
Articolo in inglese: Son of Wuhan COVID-19 Victim Insists on Holding CCP Accountable, Is Threatened by Police
